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DOCTOR JAZZ
Inevitabile ? Inevitabile!


di Corrado Barbieri


“ Hello centralino! Passatemi il Dott.Jazz…” 
Siamo solo nel 1926, il jazz muoveva i primi passi al di fuori di New Orleans, di quel mondo in pratica  tutto nero dove era nato.
Per quanto le prime registrazioni datino il 1917, per i casi della storia, e per il fatto che una band di bianchi poteva aprirsi meglio le porte ( l’Original Dixieland Band dell’italo-americano Nick La Rocca), e’ la  Creole Jazz Band di King Oliver che a Chicago apre con forza storica quell’era magica, quella in cui la musica afro- americana irrompe pubblicamente. Ed e’ proprio con questa forza che King Oliver, la tromba che sarà maestra di Louis, lancia il suo endorsement al jazz, componendo il brano Doctor Jazz ( non badare al “ coautore” , del tutto fittizio, Walter Melrose, l’editore, che non e’ che uno dei tanti bianchi americani che avevano il vizio di inserirsi a forza nelle creazioni dei neri, traendone vantaggio, abitudine che durerà decenni…) 
Il brano ha qualche verso cantato, pochi versi che però danno l’idea della potenza sensoriale di questa musica in chi la recepisce appieno : 

Hello Central give me Doctor Jazz
He's got what I need, I'll say he has
When the world goes wrong and I've got the blues
He's the guy who makes me put on both my dancin' shoes
The more I get, the more I want it soon
I see Doctor Jazz in all my dreams
When I'm in trouble bounds are mixed
He's the guy who gets me fixed
Hello central give me Doctor Jazz



In pratica ci dice “ …il Jazz e’ ciò di cui ho bisogno quando tutto va male e sono triste…e’ quello che mi fa ballare….e’ in tutti i miei sogni ..” . Se può essere ancora vero per chi ascolta oggi, pensiamo a quanto dovesse essere necessaria la ventata di passione e quindi di felicità ed entusiasmo per i neri degli anni Venti ! 
Ma ecco che arriva il vero Dott.Jazz, colui che subito dopo la composizione lo impersonifica, registrando per primo il brano, Jelly Roll Morton, personalita’ estrema,  individuo bizzarro, spesso spiacevole, ma il gigante musicale creatore delle  strutture stesse che il brano jazzistico deve avere per affascinare, con l’alternarsi di contrappunti e improvvisazioni collettive, break programmati, assoli improvvisati dei vari strumenti .
E’ ciò che Morton, Jelly Roll, crea con la band dei Red Hot Peppers, con cui registra nel 1926 un album che resta tra i fondamenti assoluti della musica afro-americana. In Doctor Jazz spunta la sua voce aspra, che ci dice quale e’ l’effetto del jazz, in pratica “ cos’è “ il jazz! 
Ora, provando a pensare alle centinaia di orchestre di jazz classico nate da allora fino ad oggi, sappiamo per certo che tutte hanno incluso il brano Dott.Jazz nel loro repertorio, e che sempre qualcuno dei musicisti, arrivati al canto, ha provato l’ indicibile emozione di pronunciare quei versi di incredibile forza emotiva. Naturalmente con in mente Jelly Roll ! 


 
   
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