Menu' Musica
 

Hotel California

 

 

di Corrado Barbieri



Un'autostrada scura e deserta, il vento fresco tra i capelli, luci che appaiono e si avvicinano, la stanchezza del viaggio ormai pesa sugli occhi e sulla mente, ed ecco l'Hotel California, un paradiso dove fermarsi, o forse l'inferno?
Questo l'inizio di una canzone con versi surreali e contenuto metaforico che ha segnato gli anni '80 e porta la firma degli Eagles. Chi non l'ha ascoltata? Chi non ricorda la voce con tono un po' disperato di Don Henley, autore delle parole, che dietro una batteria dal ritmo ossessivo per tutto il brano, ci parla della vita dorata dell'Hotel California, della vita superficiale e puramente edonistica che si conduce in quei luoghi, delle luci di Hollywood, delle mille fatuita' che la gente vive tutti i giorni?
E' un Hotel dove puoi registrarti, ma non lasciarlo. Una metafora che
chiaramente vale per tutta la societa' americana e per estensione a tutta quella occidentale, il prolungamento, negli anni '80, della critica al nostro stile di vita, all'effimero, alla paranoia dell'apparenza.
Un brano musicalmente articolato e complesso in cui troviamo uno dei piu' lunghi assoli di chitarra di tutta la musica rock, un duetto trascinante tra Don Felder e Glenn Frey, autori del brano che poi fu rifinito da Don Henly.
Una canzone Hotel California su cui si e' scritto molto, e di cui alcuni arguiscono che l'ispirazione e il riferimento non sia un immaginario hotel, ma la casa di cura per malattie mentali Camarillo, nota storicamente per aver ospitato, dopo una crisi, il genio Charlie Parker. Sempre sorprendente, multiforme, evanescente questa California, di cui l'Hotel della canzone e' un innegabile e perenne simbolo.


 
   
  scrivi a info@corradobarbieri.com