Richard, Quando penso alla generazione di artisti a cui sei appartenuto, mi viene istintivo stendere un velo pietoso su tante figure uscite nei decenni successivi dall’Actors Studio ...un moto irrefrenabile pur con il massimo rispetto per i tanti artisti validi di quella provenienza . Di quella generazione di artisti “ naturali “ del periodo d’oro del cinema americano, a mio avviso tu fosti uno dei massimi esponenti. In grado di suscitare addirittura odio nello spettatore per quelle tue parti di violento spietato, sadico, per poi passare in altre pellicole al ruolo opposto, dell’innocente discriminato e nell’ancora più complesso ruolo del personaggio ambiguo.
Forse era proprio quest’ultima la tua espressione più congeniale, accompagnata da un sorriso sempre beffardo e spesso urticante. Certo, per chi ti vide fin da quel tuo primo film, “ Il bacio della morte” di Hathaway, nel 1947, raccapricciante nella parte di un gangster psicopatico, sei rimasto “ Udo “, il gangster in grado di legare una vecchietta paralitica alla sua carrozzella con un filo telefonico e buttarla giù da una scala! da notare che in quel film spiccasti ancora di più in quanto la parte del buono, del protagonista, era affidata a un Victor Mature ( Vittorio Maturi ), che aveva totalmente sbagliato professione...e fosti tu il vero protagonista, direi di rottura con il passato data la carica di malvagita’ che riuscisti ad esprimere. Segui’ l’anno dopo la “ Strada dei senza nome “, dove ti fecero riprendere una parte simile : era ovvio che dopo il successo di Udo, i produttori di Hollywood non volessero mollare quella figura. Poi le parti nei film noir, sempre ad alto livello recitativo, iniziarono ad alternarsi a quelle del militare, dell’uomo del West, purché decisamente drammatiche, perché li’ stava la tua forza, la tua intensita’.
E ti trovasti varie volte nel cast con l’altro grande dotato di un talento simile al tuo, quel Jack Palance che poteva ricoprire piu’ o meno i tuoi stessi ruoli. Fosti bravissimo anche in film a sfondo psicologico, tra cui mi piace ricordare “ La tua bocca brucia”, titolo ridicolo per una vicenda breve dove spicca una Marilyn Monroe molto giovane, bellissima e anche brava, e “ Uomo bianco tu vivrai “, lavoro di Mankievicz di grande tensione, dove il tuo razzismo verso il medico nero interpretato da Sidney Poitier e’ addirittura insopportabile. Ma quei film noir in bianco e nero degli inizi rimanevano un tuo marchio, il pubblico li voleva, non li mancava, ed ecco “ Mano pericolosa” di Samuel Fuller, dove dall’abile ladro di professione, anche qui cinico, ci si aspettava un’azione alla Udo, e invece sfoderasti quella tua capacità di essere ambiguo, fino a sfociare nel criminale sensibile, che prova pieta’ per la collega vecchietta, che era ossessionata dall’idea di finire in una fossa comune e metteva da parte sempre pochi dollari per poter essere sepolta dignitosamente, e ti preoccupasti di esaudire il suo ultimo desiderio. Continuarono cosi’, per decine di film, a farti alternare la parte del colpevole a quella della vittima, o anche dell’eroe nazionale ed e’ sorprendente come riuscivi a interpretarla facendo dimenticare al pubblico il carattere del personaggio precedente, potevi essere il cattivo o il buono, il comandante psicopatico o il focoso avvocato accusatore del processo di Norimberga in “ Vincitori e Vinti”, il pubblico lo avrebbe scoperto nelle sale cinematografiche. Restava tuttavia quell’impronta di ambiguità che era la tua vera eccellenza. In Italia avesti un’ulteriore enfatizzazione dei tuoi personaggi, una caratterizzazione in piu’, dalla voce di Paolo Stoppa, assolutamente imprescindibile nelle parti che abbiamo visto esserti piu’ congeniali.
Fosti anche una delle prove piu’ evidenti di come veniva giocato il particolare della sigaretta nel cinema, in grado non solo di arricchire gli attimi vuoti della scena, ma di far saltar fuori lo stato d’animo, il nervosismo del personaggio : era un’arte anche saper maneggiare la sigaretta accesa, con un movimento studiato delle dita che tu eseguisti straordinariamente. Naturale che qualcuno, tra cinefili e tuoi estimatori, si sia chiesto quale era il Richard Widmark uomo, e anche qui avevi in serbo la sorpresa : il protagonista o il comprimario che aveva interpretato oltre sessanta film in cui in qualche modo la violenza era sempre presente, odiava ogni forma di violenza e si batteva per maggiori restrizioni nell’uso delle armi negli Stati Uniti ! Rimane la certezza che la tua generazione di attori cinematografici fu quasi sempre protagonista anche nella vita, una differenza incolmabile con quelle successive. So long Richard !