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I GATTI DI WAIN
Di Elena Perra e Corrado Barbieri
Ci sono personaggi destinati all'oblio nonostante siano stati dei precursori, dei " creatori di impulsi " grazie alla loro sensibilita', non necessariamente con riguardo a straordinarie invenzioni che hanno portato l'umanità a chissa' quali vette, ma a opere piu' semplici, in grado pero' di elargire emozioni oppure idee ad altri in grado di svilupparle su scala maggiore o in modo piu' complesso . Uno dei tanti fu Louis Wain, nato a Londra nel 1860 e cresciuto con la passione per la pittura. Protagonista di una vita estremamente triste e travagliata, fu illuminato da una luce particolare, quella dell'amore per i gatti, nato da un evento tragico, la malattia incurabile della moglie. La sua Emily trovo' infatti conforto nei suoi giorni da malata di cancro in un gattino, bianco e nero, trovato nelle circostanze più classiche, miagolante e infreddolito sotto la pioggia. Il gatto venne chiamato Peter e non fu soltanto il dolce compagno di una donna destinata a morire di li' a poco, ma anche quello di Louis, che doveva trarne ispirazione per il resto dei suoi giorni. Wain infatti dipinse per tutta la vita gatti, sviluppando uno stile originale e in costante evoluzione.
Per certo, e nonostante le limitazioni che gli impose la malattia, Wain ebbe un'evoluzione in senso artistico degna di nota e per certi versi precorritrice di rappresentazioni estetiche future : gli scenari su cui si muovevano i suoi gatti assunsero forme astratte, i colori divennero sempre piu' caleidoscopici e le rappresentazioni spesso oniriche, e proprio per questo piu' emozionanti e artisticamente valide. Si calcola che le sue opere siano apparse su oltre cento libri per bambini, senza contare le riviste, le stampe satiriche e le cartoline. Era il volgere del secolo e nel 1907 Wain si reco' a New York dove realizzo' dei fumetti per il gruppo editoriale Hearst, per i quali fu lodato, ma non di piu' . E' ironico rilevare che nel frattempo Beatrix Potter disegnava in modo goffo e banale gatti, conigli e altri animali da cortile semi-antropomorfizzati ( il suo coniglio Rabbit, guarda caso, si chiama Peter...) arricchendosi grazie al suo rapporto con l'editore Warne. Modesto e ingenuo, Wain non era invece il tipo che sapesse fare i suoi interessi, e rimase preda di ripetute truffe sui diritti ad opera di editori che conoscevano il suo carattere e il suo stato. Con il ripetersi delle crisi mentali, Wain fu ricoverato nel 1924 in un ospedale psichiatrico e coloro che lo avevano apprezzato non esitarono ad aiutarlo, compresi scrittori e lo stesso Primo Ministro inglese. Continuo' a dipingere all'interno dell'istituto, con maggiore tranquillita' e sotto la spinta del suo amore imperituro per i gatti. Di li' a poco sarebbero sbocciate le creazioni di Disney, l'apogeo delle storie degli animali antropomorfizzati, quelle creature a cui Wain e a suo modo Louis Carrol avevano dato vita molti decenni prima.
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