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VERTIGINE ( LAURA )




di Tiziana Bertani

" Vertigine", del 1944, e' il pessimo titolo italiano di uno dei film ( " Laura " in versione originale ) che restera' nella rosa dei piu' affascinanti noir di quell'epoca d'oro del cinema, quei bianchi e neri ( e l'opera ricevette l'Oscar proprio per la qualita' del bianco e nero ) che gia' di per se' emanano per molti una speciale attrattiva.
Una pellicola tratta dal romanzo omonimo uscito un anno prima dalla penna di Vera Caspary e che ebbe la fortuna di trovare in Otto Preminger il regista in grado sia di imprimerle un taglio particolare, sia di scegliere un cast di grande impatto e la sottolineatura di una musica adeguata.
La vicenda, ben articolata e con il giusto mix di colpi di scena che ogni noir deve necessariamente avere, ha il suo clou nella parte centrale, dopo aver via via assunto un carattere decisamente onirico, una delle caratteristiche essenziali dell'opera.
All'ispettore di polizia McPherson ( Dana Andrews) e' affidata l'indagine sull' omicidio di una nota pubblicitaria, Laura Hunt ( Gene Tierney ), trovata morta con il viso sfigurato in casa propria. I personaggi che girano attorno al caso sono l'intellettuale e giornalista Waldo Lydecker ( Clifton Webb), che aveva scoperto il talento di Laura e ne era innamorato, Shelby Carpenter ( Vincent Price ), il fidanzato di Laura, una ricca zia e la fidata domestica.
Attraverso gli interrogatori, leggendo le lettere e il diario di Laura, McPherson inizia lentamente ad essere affascinato dalla donna scomparsa, il cui grande ritratto sopra il camino della sua casa polarizza la sua mente, fino ad essere ossessionato dalla figura di Laura : e' innamorato di una donna che e' solo nella sua immaginazione e si chiederĂ  ad un certo punto se si tratta di un sogno. Una notte, dopo aver vagato ancora in quelle stanze, si addormenta su una poltrona davanti al dipinto. A svegliarlo sara' lo scatto della chiave nella serratura, e' Laura, e per un istante crede di vivere il sogno.
La donna uccisa e sfigurata era in realta' Diane Redfern, una modella dello studio che nell'oscurita' l'assassino aveva scambiato per Laura, partita per il week end.
Un mistero ben congegnato e l'essenza onirica della storia da soli non avrebbero tuttavia fornito quell'intrigante fascino al lavoro di Preminger senza la scelta di un'attrice di straordinaria bellezza e di " Laura", una canzone tra le piu' belle ed eseguite di ogni tempo. Un binomio , Gene Tierney/"Laura", che ha tutti i crismi del persempre, basta esserne stati testimoni o ascoltare il brano di David Raksin.

 

 
   
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