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GIUSEPPE TUBI E IL GRANDE WALT




di Corrado Barbieri





E' sorprendente come questa figura creata nel 1938 e apparsa prima nelle strisce quotidiane americane, poi negli albi Disney/Mondadori italiani, sia rimasta impressa a un paio di generazioni e ricordata con simpatia a distanza di molti decenni.
Una storia pubblicata in tre parti sugli albi d'oro a fine anni '30 e poi di nuovo nel 1947 con i titoli "Topolino e la banda dei piombatori", "Topolino e il segreto di casa Pancia" e "Topolino vince sempre", una storia, a firma Merrill de Maris e Floyd Gottfredson riuscita molto più delle mille altre pubblicate in quel decennio. La chiave sta nella sottile ironia che la pervade, nelle sorprese che riserva in tutto il suo corso, e soprattutto in quello spirito marca Disney, chiaramente palpabile nei vari passaggi, presente in ogni storia che porta il suo nome: il cattivo non è mai cattivo fino in fondo (fa eccezione Gamba di Legno!) e c'è sempre un motivo attenuante che alla fine appare a rendere la conclusione un lieto fine dove la fratellanza finisce in ogni caso per emergere.

Siamo in piena crisi anni '30 e Topolino cerca lavoro, come altri milioni di disoccupati americani. Dopo varie ricerche, in cui già appaiono trovate spiritose, lo trova come apprendista presso un idraulico, Giuseppe Tubi (Joe Piper nell' originale), laconico, svanito, apparentemente un po' tonto, e di certo incompetente nel suo lavoro.
Nelle uscite per lavoro, Topolino/apprendista e Tubi/padrone della bottega danno vita a scenette piene di sorprendenti battute, allorché lo sveglio e volenteroso Topolino si confronta e collabora con lo svampito Tubi.
Presto Topolino scoprirà che il suo titolare idraulico è in realtà un ladro, che con il favore di una banda di altri insospettabili personaggi del settore, ispettori edili e appaltatori, con la motivazione dei lavori idraulici riesce a frequentare case di cittadini abbienti in cui poi, in ore diverse, avvengono clamorosi furti. Per quanto Topolino decida di collaborare con la polizia, e qui troviamo l'eterno Commissario Basettoni dall'aria bonaria e il nevrotico e sbruffone agente Manetta, tra lui e Tubi il rapporto rimane rilassato, perché in fondo Tubi stima Topolino e se ne affeziona, e Topolino non crede ancora completamente che il pigro, inefficiente e un po' ottuso titolare possa essere un manigoldo. I furti si infittiranno e aumenteranno come bottino, finchè si giunge al colpo finale, che Tubi e i compari porteranno a compimento in una banca. E qui c'è lo straordinario episodio della vasca pieghevole. Tubi, per giustificare con Topolino l'installazione di una vasca da bagno nel sotterraneo della banca, gli dice che il direttore della banca è uno stravagante, che di nascosto alla moglie, nelle ore di ufficio, ha deciso di imparare a nuotare! La vasca in effetti è uno strano aggeggio pieghevole come una fisarmonica ....Una situazione carica di sorprese e di humor.

In realtà la vasca pieghevole, una volta aperta, è una sorta di barca, che servirà alla banda per eclissarsi dopo il grosso colpo, fuggendo attraverso i canali fognari della città.
La prontezza di Topolino interrompe la fuga e fa catturare la banda Tubi & C.
E siamo al commissariato, dove i rei confessano, affermando che in realtà facevano parte di una compagnia di attori che la miseria ha portato a cambiare attivita'.
Pero' la banda si consola subito, anzi si entusiasma all'idea che in carcere potrà organizzare spettacoli come l'Amleto o il Riccardo III...!
Tubi si accomiata pero' con una certa tristezza da Topolino, confessandogli che non gli serba rancore e che se potesse fargli qualche visitina in carcere gli farebbe piacere. E aggiunge "...e non dimenticare i ferri ragazzo!", andandosene a testa alta.
Una storia che la maestria dei creatori della Disney e quello spirito nella tradizione di Walt hanno reso simpatica, avvincente, spiritosa, propedeutica per i fanciulli, e intensa quanto lieve, in una parola, Arte !
A distanza di oltre 70 anni la rete ci dice che Topolino libretto ha ripreso il personaggio con una continuazione della vecchia storia ("Topolino e il ritorno dei piombatori"...), dove Tubi e' un criminale che, uscito di prigione, organizza grosse rapine. La fattura dei disegni, la povertà di fantasia (viene introdotto addirittura il personaggio di zio Paperone...!), la storia priva dello humour leggero e sorprendente, ci spiegano meglio di ogni altro esempio la differenza tra l'arte e il nulla.'






 
   
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