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SUZANNE


 

di Vincenzo Grande



Affascinante il solo parlare di "Suzanne": c'è un poeta del nostro tempo, una giovane donna, l'incontro di due animi. Nasce da quell'incontro una poesia, bellissima, e quasi subito una canzone con quelle parole.
Lui e' Leonard Cohen, canadese, lei Suzanne Verdal, coreografa, ballerina e moglie di un ballerino e scultore. A inizio anni '60, a Montreal, in una casa di lei che guarda sul grande fiume S.Lorenzo, una sera si incontrano, nasce un'attrazione tra due animi, Leonard e' colpito al punto di scrivere una poesia su di lei, a cui concorre anche un fattore mistico, che prende spunto dalla sua visita a una piccola chiesa dei marinai, nei pressi.Le parole sono talmente magiche, cosi' sorprendenti e intrise di spiritualita' che ne nasce una delle canzoni piu' belle, piu'profonde e dal successo più' rapido degli ultimi 50 anni. Una poesia/canzone che ha un significato sfuggente, che forse e' una fuga essa stessa, un viaggio, di cui Suzanne e' al contempo compagna, ispiratrice e generatrice di sensazioni.
Dirà lei in una intervista "i poeti, quando hanno una visione, un'immagine , la usano, e' il loro materiale".
Da parte degli artisti non e' difficile innamorarsi del brano. La prima ad eseguirlo sarà la folk singer Judy Collins, nel 1966, prima dello stesso autore, che la inserirà nel suo primo album, dal semplice titolo Songs of Leonard Cohen, nel 1967.
Poi seguiranno tanti altri, e tra le prime Francois Hardy, che uscirà con quella canzone dal suo piacevole ma banale filone giovanilistico.
Ovvio che il brano non potesse sfuggire a chi in Italia era poeta assai affine a Cohen come mezzi espressivi, Fabrizio De Andre', che con la traduzione fissa per sempre una delle sue interpretazioni più' belle e sentite. E non e' peregrino convincersi, dopo avere studiato e ascoltato per tanti anni il poeta genovese, che sia rimasto subito affascinato dal passaggio mistico che il brano racchiude, di certo il più rilevante:

..... E Gesù fu marinaio
Finche' cammino' sull'acqua
E resto' per molto tempo
A guardare solitario
Dalla sua torre di legno
E poi quando fu sicuro
Che soltanto agli annegati
Fosse dato di vederlo
Disse: siate marinai
Finche' il mare vi libererà
E lui stesso fu spezzato
Ma piu' umano abbandonato
Nella nostra mente lui non naufrago'.


 
   
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