Anni 70. Il Cabaret milanese ha raggiunto il picco della
sua popolarita’. Artefici assoluti I Gufi, Iannacci, Dario Fo, Gaber, in una Milano brulicante di cultura, un crogiolo di creatività incontrastato . La provincia e’ molto più sonnolenta, nell’intera Italia, ma c’è una piccola eccezione, non molto distante, a Parma.
Anche li’ la vita brulica, al punto che per anni la frase “ vado a vivere “ alla vigilia della sera e’ sulla bocca di giovani e meno giovani, e un locale, il King, e’ addirittura precursore del Piper di Roma.
Una culla per un Cabaret diverso, per molti aspetti distante da quello milanese anche se ne mutua gli schemi. Una vetrina del sentire e delle abitudini di una città dalla realtà più piccola di quella milanese, ma proprio per questo più genuina, ruspante, a misura di quell’atmosfera che solo in provincia si può respirare.
Gli artefici sono due amici ancora freschi dei diplomi di ragioneria conseguiti, e anche se si stanno inserendo nelle più normali attività impiegatizie, sono tuttavia pregni di quella vitalita’ e spontaneamente ebbri di sogni. Aldo Bertolini e’ il compositore, lo scrittore, il poeta, Tuni Franzosi il musicista, valido chitarrista che la natura ha dotato di straripante empatia.
Quasi non si accorgono che in pochi mesi fanno sgorgare una produzione originale, di robusta ironia, intrisa di un romanticismo lieve, carezzante, catturante.
Le parole delle loro canzoni parlano dei piccoli personaggi della provincia, di animali umanizzati, dei balli delle campagne limitrofe, delle ipocrisie del tempo, e soprattutto delle atmosfere dei piccoli quartieri, quelli il cui calore può essere vissuto solo da chi ha avuto l’esperienza di abitarvi.
“ La pianola incantata “, “ Il leprotto “, “ Il Cristo in processione”, “ I cani in vetrina”, “ Il valzer del Taro”. Il duo riscuote il successo meritato e puntuale non manca il corteggiamento dei produttori nazionali .
Ma siamo in una terra magica, dove il successo e le lusinghe economiche possono svanire in un batter di ciglio e gli entusiasmi lasciare velocemente il posto ad altri, sempre a beneficio della cosa li’ più preziosa, quella purezza che di li’ a poco sparira’ dalla stessa vita della nazione, il terzo millennio e’ dietro l’angolo.