Alena Dergilova e un’artista russa che come altri ama ed ha amato la sua città, Mosca. Nelle interviste ci racconta del quartiere dove ha abitato, dove e’ presente il Sentiero Mayakowsky, abitato a suo tempo appunto dal poeta, che la madre dell’artista incontrava quasi quotidianamente. Un quartiere che ha mantenuto ancora certe caratteristiche del passato, vecchi palazzi, grandi alberi e tronchi abbandonati in una piazzetta per la gioia dei giochi dei bambini, facciate di case con particolari che sorprendono noi occidentali. Costruzioni, dettagli, spazi, che Alena ama nel profondo, essendo quanto rimane della Mosca da lei vissuta da bambina.
Il suo intento è quindi quello di immortalarli e denominarli come fossero ritratti, mettendo in evidenza le caratteristiche più affascinanti e creandovi attorno la vita di tutti i giorni, i passanti, un cane, uccelli che dopo una nevicata cercano il cibo, un cartello appoggiato a terra con scritte pubblicitarie, un’inferriata di antica fattura, facciate artistiche. Quanto ne scaturisce ha il sapore e la poesia di una antica fiaba, emana calore e soprattutto crea atmosfere nostalgiche per l’artista e per ogni moscovita e stupisce l’osservatore occidentale per l’armonia e i colori, che Alena usa ad acquerello dando vita a uno stile assolutamente originale, inconfondibilmente suo per la ricchezza di dettagli e per le calde tonalità.
Ogni opera ha un nome preciso, quello che gli abitanti davano al palazzo, allo spiazzo, o alla strada, “ ritratti “ quindi, non di singoli umani, ma di una umanità di cui quei luoghi, quelle costruzioni sono pregni.