Seduta sulla scala antincendio, con un fazzoletto in testa, in pantaloni e ballerine come era uso all'epoca: Audrey Hepburn canta (alla chitarra pero' e' doppiata da un ottimo musicista di Henry Mancini) un "Moon River" che non ha eguali, insuperata e a suo tempo pluripremiata.
Difficile qui scindere il binomio canzone/ film. Si tratta di una pellicola talmente eccezionale nella sua raffinatezza e nel suo romanticismo che, amata da tre generazioni, lo sarà per infinite generazioni a venire, assicurando il persempre anche a "Moon River".
E quando attacca, a ritmo di un lentissimo valzer, la versione con armonica, archi e coro, come per incanto trasferisce immediatamente la nostra mente e il nostro sentire fuori dalla realtà , dove ogni bruttura del mondo scompare, per lasciare posto ai sogni piu' belli di ciascuno. In tal senso risulta fulminante il coro, e le immagini di Audrey, di " Fred", del gatto, del bacio, delle strade di New York che ci scorrono davanti ...impietose per il nostro sentire! Se poi si fa attenzione alle parole, riviviamo i vari momenti in cui i "two drifters", i due vagabondi, lui e lei, si innamorano, facendo innamorare di loro anche il pubblico.
Potenza dell'abbinamento di due opere d'arte squisite e meravigliose.
L'artefice della musica e' Henry Mancini, che non ha bisogno di altri commenti, e le parole sono di Johnny Mercer. Mancini e' anche autore dell'altro brano per orchestra e coro che si ascolta nel film e ne porta il titolo stesso ; di esso un amico musicista mi dice di considerarlo di superiore raffinatezza musicale rispetto al primo, e io ribatto ben lontano pero' in fatto di capacita' di suscitare emozioni.
Bellissime le versioni cantate da Louis Armstrong, Frank Sinatra, e quella, orchestrale, di Ray Conniff. Tutte da non perdere mai se ci si imbatte, ma ...le emozioni risiedono la', nel coro, nell'armonica, e nella lieve voce di Audrey.