I PONTI DI MADISON COUNTY
Regia di Clint Eastwood, con Meryll Streep e Clint Eastwood
Di John Milner
La prima volta che lo vidi lo considerai fin troppo romantico, aldilà della straordinaria bravura del regista/attore Clint e della Streep.
La seconda volta mi è apparsa la sua profondità, il suo raccontare la vita, una certa situazione, esattamente come si può presentare nella realtà e come si presenta a chi ha avuto una esperienza non troppo dissimile.
Non una favola quindi, ma una storia che arrivo a definire didattica.
La terribile scelta tra famiglia e felicità, tra libertà e la silenziosa detenzione della famiglia, non diversa da altre detenzioni.
Poi c'è la bigotteria dei figli, che non ho mai capito perché spesso devono considerare i genitori privi di capacità di amare se non tra loro, "obbligati” dal contratto iniquo del matrimonio a un comportamento innaturale, retaggio di distorcenti dettami religiosi.
Quindi un film a tutto campo, con un orizzonte umano che va ben oltre la dolce, piacevole storia romantica, sottolineata da splendidi blues, lentissimi, sui quali la sensibilità di Clint ha posto la scena di un ballo lento, che a mio vedere resta l'atto più romantico tra un uomo e una donna da circa un secolo, l'espressione più accomunante di un uomo e una donna nell'era moderna.
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