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LA NOTTE DI HOPPER
Edward Hopper non e’ stato soltanto il maestro della solitudine, dell’incomunicabilita’, il maggior narratore del XX secolo per immagini, ma anche il maestro della notte.
Pochi artisti sono riusciti come lui a carpire il mistero di certi momenti, che per alcuni possono essere fonte di appaganti sensazioni e per altri di angoscia e attesa della luce. Hopper li coglie, e sempre nello svolgersi del secolo che per eccellenza lui rappresenta, ne ha realizzato alcune opere formidabili. Se “ Night Hawks “, di cui abbiamo parlato in questa sezione, rimane una vetta irraggiungibile, “ Night Shadows “, qualcosa di esteticamente diverso, la segue subito dopo.
É un’acquaforte, del 1921, in bianco e nero, l’angolo di una strada in cui gli effetti di luce sono solo chiari e scuri. Cio’ che conta nella scena e’ l’atmosfera di suspense e di mistero a cui non può sfuggire anche chi osserva solo a prima vista l’immagine. Da un’angolazione alta, di chi guarda da un finestra aperta a un piano, appare una figura umana frettolosa, con un atteggiamento quasi guardingo, come avesse l’intento di sottrarsi alla vista : unitamente al vuoto che vi e’ attorno, e che crea la solitudine cara all’artista, la figura contribuisce al senso di angoscia e mistero, fornendo all’opera, fondamentalmente semplice, essenziale, un sicuro fattore di tensione psicologica. Un ulteriore elemento suggestivo e’ costituito dall’ ombra che si allunga diagonalmente attraverso la scena tagliandola.
Siamo nel 1921 ed e’ impossibile non individuare in quell’ immagine le atmosfere che sarebbero state tipiche dei film noir degli anni 40 .Un Hopper quindi precursore di scene ed atmosfere, sempre al centro di quell’irripetibile, drammatico e convulso secolo, e ispirato da quel soggetto alla cui magia e’ per chiunque impossibile sfuggire, la notte.
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