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JO KING


Di Elena Perra e Corrado Barbieri

 



L'arte pittorica moderna da decenni percorre strade dove  si intersecano costantemente stili molto diversi. E' ozioso e inutile oggi operare distinzioni tra ciò che  un tempo veniva definito grafica e il concetto di pittura come era inteso fino agli anni Trenta.
Il motore creativo e' sempre proiettato nell'intento di creare sensazioni e se vi riesce si parla tranquillamente di arte a pieno titolo, indipendentemente dagli stili e dalle tecniche usate dagli artisti.
Un artista eclettico e originale dei nostri tempi e' Jo King, pittore britannico che molto ha vagato per l'Europa e gli Stati Uniti nell'esercizio del suo lavoro.
Nato nel 1981 figlio d'arte, ha frequentato l' accademia  di Dartington, uscendo anche con un  diploma in Teatro, per poi iniziare un  percorso professionale come musicista ed entertainer nell'Europa continentale, spinto appunto dalla  sua passione per il Teatro.
Furono alcune scene del film " Titanic " del 1998 che lo colpirono e gli fecero prendere la decisione di tornare in Inghilterra per frequentare alcune sessioni di corsi di disegno. Stava chiaramente prendendo forma in lui l'interesse per gli ambienti umani piu' articolati, come le scene teatrali o tratte da film, e in tale senso sviluppo' tecniche pittoriche che fossero consone a riprodurre questo tipo di soggetti. 
Sebbene i suoi lavori iniziassero dal vero, King passava poi all'uso di sketches e immagini fotografiche, ridotte o allargate, per raggiungere il risultato finale desiderato. Cosi' facendo riusciva ad ottenere una sorta di abbozzo di composizione che sarebbe servita come base per il futuro dipinto. Una tecnica non molto dissimile da quella usata da artisti e disegnatori che operavano nel campo dell'editoria e della scenografia. 
E' da tutto questo che sono uscite scene corali ispirate ai piu' noti capolavori cinematografici, con predilezione per i film noir americani.
Memorabile l'interpretazione di una scena del film" Furore ", che riproduce Henry Fonda e Jane Darwell in una celebre scena , e di una dal film "Terzo Uomo "'con Orson Welles, nonche'  le inquadrature piu' classiche e affascinanti di " Casablanca " .
Da li' alla riproduzione dei volti di attori celebri, inquadrati nelle loro scene madri, e del mondo del jazz, il passo e' stato breve, ed e' proprio in quest 'ultimo scenario che  scaturiscono i quadri di King che maggiormente colpiscono. Il tutto con l'uso di colori ad olio vivi e scene suggestive, in uno stile decisamente realistico, impreziosito dalla precisione dei dettagli. 
Sebbene le opere di King non siano ristrette a questi soggetti, spaziando anche in ritratti generici e in una serie di nudi, la punta di diamante della sua produzione, e quella che gli e' piu' congeniale riguarda la riproduzione sia di scene cinematografiche sia ritratti dei protagonisti nei momenti più significativi delle loro interpretazioni. 


 



 
   
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