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BEATRICE HASTINGS

Sovversiva, versatile, amante appassionata, protagonista letteraria della prima metà del 900

«Io, e tutte le donne, vogliamo cose ben più importanti del privilegio di mentire; cose che nessun uomo può immaginare, a meno che non si renda conto che le donne amano la libertà della mente e del corpo tanto quanto lui.»



Di Corrado Barbieri



Per chi scrive, Beatrice Hastings ( nome d’arte di Emily Alice Haigh, ma di pseudonimi ne adotto’ 13) può essere portata ad emblema di quella vita che ogni personalità sensibile e ricca di passione per le arti vorrebbe vivere. Una vastissima produzione letteraria, la versatilità per poter passare attraverso temi diversi come l’impegno sociale, l’ amore per la pittura e quello per la poesia e la letteratura, nonché la relazione sentimentale con uno dei più’ grandi artisti di ogni tempo, sono i punti cardine di una vita vissuta con un’intensità difficile da descrivere completamente.


Nata in Inghilterra nel 1879, dipana la sua infanzia e adolescenza tra madre patria e un Sud Africa - allora inglese ma in guerra con i boeri - dove il padre conduce una proficua attivita’ in campo tessile.
Il suo carattere inquieto e ribelle non tarda a manifestarsi : la vita intellettuale iniziata con letture e lezioni di pianoforte e canto vede sue fughe dalle proprie residenze per visitare i villaggi limitrofi, l’espulsione dal college, e un matrimonio a 17 anni con l’epilogo tragico della separazione e morte  prematura del marito e della figlioletta per polmonite( quest’ultima una  perdita il cui dolore Beatrice raccontera’ nel suo libro del 1912 , “ Pagine da un romanzo inedito” ).


Segue un secondo matrimonio, anch’esso finito male, col pugile Lachian Thomson, dopodiché la sua meta sara’ New York, dove sul Telegraph Beatrice si cimenta con i primi scritti e pubblicando le prime poesie. Tuttavia, a causa delle difficoltà economiche, e’ un’esperienza cosi’ dura da portarla a un tentativo di suicidio gettandosi nell’Hudson. A salvarla da quel momento terribile e’ Daisy, una soubrette con cui ha stretto una breve relazione.


Poi, il suo animo inquieto la porta ancora a viaggiare, fino a quando nel 1906 decide di stabilirsi in Inghilterra per dedicarsi alla scrittura .


Quell’anno si iscrive all ‘ateneo di Oxford ed entra in contatto con le nuove correnti artistiche, culturali e politiche, tra cui il partito marxista inglese e la Società Teosofica, che ha come base principi filosofici di varia estrazione. E’ in seno a quest’ ultima che avviene uno dei due incontri più importanti della sua vita, quello con l’editore inglese Alfred Richard Orage. Nato come relazione sentimentale, il rapporto si evolve rapidamente in collaborazione sul piano professionale, e i due faranno nascere “ The new Age- An Independent socialist review of politics,literature and art”, una delle pubblicazioni culturali piu’ importanti della prima metà del 900. Beatrice ne diventa direttrice e da quelle pagine inizia la sua battaglia libertaria . Come femminista innanzitutto, pubblicando il Pamphlet “ Il peggior nemico della donna: la donna” , scritto che suscita , come immaginabile, un vespaio di polemiche e un’ondata di reazioni negative, a cui Beatrice ribatte con tagliente ironia . In quest’opera, intrisa di sentimenti forti e di rabbia, Beatrice indica i limiti di una società che impone alle donne il destino del matrimonio e della maternità, privandole dell’esercizio del proprio pensiero e delle proprie passioni, e fa comprendere che sul corpo femminile e’ stata realizzata una delle più grandi mistificazioni della storia.


Pubblica su New Age anche poesie, novelle, recensioni e articoli di arte e in breve annovera tra i suoi lettori filosofi e letterati del calibro di Ezra Pound, Bernard Shaw, Keith Chesterton, Henri Miller e la scrittrice neozelandese Catherine Mansfield, con cui avra’ anche una relazione sentimentale .


La sua penna e’ brillante, appassionata, a volte intima e dolente ma sempre lucidissima e in costante difesa degli ultimi e dei deboli. Gli articoli politici si estendono anche all’avversione al colonialismo, un tasto sensibile in Inghilterra, su cui fin dalla sua adolescenza in Sud Africa ha idee ben chiare.


Siamo nel 1914 e Parigi concentra in se’ tutte le avanguardie culturali ed artistiche del primo 900. Orage vuole che Beatrice si trasferisca la’ dove i fermenti culturali e artistici stanno raggiungendo la massima rilevanza. Da Parigi Beatrice curera’ la sua rubrica piu’ famosa, ‘ Impressioni da Parigi ‘, dove segue ogni tendenza culturale e artistica e i suoi protagonisti. Poi, allo scoppio della prima guerra mondiale la ritroviamo anche come corrispondente di guerra.


Beatrice ha nel frattempo conosciuto la vita Bohemienne , e di conseguenza innumerevoli artisti . Pare sia stato Max Jacob a presentarle Amedeo Modigliani, che si innamorera’ follemente di lei, attratto non solo dalla sua cultura poliedrica ma anche dalla sua avvenenza e  sensualita’ . Ancor oggi se guardiamo le immagini femminili che ci vengono da quell’epoca, Beatrice spicca tra tutte per la modernità della sua bellezza . Lui ha 30 anni, lei 35. Il loro incontro avviene al Caffè La Rotonde e sulle prime Beatrice ha un’impressione negativa dell’artista : dira’ “ ha un aspetto brutto, feroce e ingordo….”, per poi a un secondo incontro, quando Amedeo si presenta più in ordine come abbigliamento e pettinatura, definirlo “ una perla “ e accettare l’invito a vedere le sue opere. Nascera’ un rapporto di grande intensità, spesso anche tumultuoso, che durerà due anni, un amore che verrà raccontato da Beatrice nel suo romanzo “ Minnie Pinnikin “ ( Pinnikin e’ un acronimo derivato da pinnacle e mannequin ), uno scritto non concluso che costituisce forse il picco del talento di Beatrice.


Amedeo chiamerà scherzosamente l’amante la “ Poetesse anglaise” e le dedicherà qualcosa come undici dipinti e una serie di disegni. Ma tra i due il rapporto e’ anche molto fragile e difficile : Beatrice sulle prime  prova ad aiutare il pittore, frenando i suoi eccessi alcolici per farlo concentrare sull’arte. Poi , stanca di doversi sottomettere, inizia a vivere come lui, bevendo e facendo largo uso di droghe. In questo periodo e fino al 1916 i due vivono nell’appartamento di lei a Montparnasse, ma quell’anno la relazione terminera’ con una gravidanza seguita da un aborto.


Nel giro di qualche anno  Beatrice cessera’ di pubblicare sul New Age , dando inizio prima a una relazione con lo scultore italiano Alfredo Pina, e poi, nel 1920 a una con Raymond Radiguet, l’ autore di “ Le diable au corps “, che come sappiamo morirà prematuramente.
Nel 1920 muore Modigliani e quello stesso anno la scrittrice, evidentemente provata da quel ritmo di vita, deve essere ricoverata in ospedale, dove rimarrà a lungo, facendo nascere li’ un’altra sua novella autobiografica, “ Madame Six”.


Nel 1922 viene dimessa e fino al 1931 rimarrà in Europa, viaggiando e sperimentando nuovi canoni di scrittura, influenzata dal Manifesto Surrealista di Andrè Breton, apparso nel 1924. Appassionata da sempre di occultismo ed esoterismo, approda alla stesura di “ The pic-nic of the babes in the wood - a psichic diary”, dove indaga sui collegamenti tra inconscio e pensiero libero.


Nel 1931 Beatrice rientra finalmente a Londra, dove riprendera’ a pubblicare opere di carattere politico. Negli anni seguenti, l’avvento del nazismo le dara’ modo di scrivere una lunga serie di articoli politici, non solo contro quel regime, ma anche di aspra critica verso l’atteggiamento inglese. Riservera’ un articolo critico “ The old new age - Orage and the others” anche alla pubblicazione tenuta a battesimo e portata avanti con così grande successo, in cui si rivolge all’editore ed ex amante lamentando di non aver ottenuto abbastanza meriti per tutto il lavoro svolto.
Continua con alcune novelle, ma le sue posizioni sempre più radicali la stanno allontanando dall’ambiente frequentato e le necessità economiche si fanno stringenti. Beatrice e’ sola e in pratica dimenticata, ha un cancro e per fortuna riesce a procurarsi un’infermiera che la cura amorevolmente.


Ha come animale domestico un grazioso topolino bianco. Il 30 ottobre 1943 lo raccoglie, lo tiene in mano, apre il gas e si suicida.

 
   
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