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BOBBY HACKETT E FATS



Di Corrado Barbieri

In Italia non lo hanno conosciuto che in pochi, giusto gli appassionati di jazz, e scommetto che anche tra quelli la maggior parte se ne e’ scordata.
Bobby Hackett, cornettista con l’aspetto e i modi di un gentiluomo inglese, ha debuttato nel jazz negli anni ‘30, con l’evidente ispirazione allo stile di Bix Beiderbecke. Allora e sempre per chi voleva suonare la tromba o la sua versione meno squillante ma piu’ dolce, la cornetta, l’alternativa e’ stata quella, o ti ispiravi a Louis Armstrong o a Bix.
Hackett inizio’ con l’orchestra di Benny Goodman a metà anni Trenta. Avrebbe dovuto riproporre e interpretare in quell’orchestra, in occasione del concerto alla Carnegie Hall, il leggendario brano di Bix “ I am coming Virginia “, cosa che fece. Poi, le difficolta’ economiche incontrate per formare una propria orchestra, unitamente a problemi al labbro, frenarono il suo percorso. Lo salvo’ l’aiuto di Glenn Miller. Trascorsa la guerra e i problemi al labbro, Hackett pote’ sfoggiare quel suo timbro dolce, dorato, “ bixiano “ in grado di piacere anche ai non amanti del jazz. Inoltre era un musicista molto eclettico e spesso prese parte con successo a concerti ed incisioni che divergevano dal suo stile originario, quello del jazz classico.
Ma quel timbro dorato, quel suo privilegiare i brani romantici lo resero gradito negli anni ‘50 a un vasto pubblico, e Hackett pote’ prendere parte a lunghe serie di incisioni rimaste dei classici, accompagnando anche Tony Bennet in un tour europeo. Poi avvenne l’abbinamento piu’ felice, quello che ancora nel terzo millennio fa sognare chi ascolta, il sodalizio nell’ orchestra d’archi di Jackie Gleason. Questi era popolare in America per avere ricoperto, nel film “ Lo spaccone “, la parte dell’Asso del biliardo Minnesota Fats , il grassone peraltro veramente esistito e nella realta’ padre naturale di Etta James. Una grande orchestra d’archi che esegue preferibilmente ballads e temi romantici, e la cornetta dorata di Hackett sono un mix che si può definire perfetto, catturante, piacevolissimo, in breve, la forza del romanticismo.
Tuttavia il fumo stava minando lentamente la salute di Hackett. Nel 1976, la sera dopo essere uscito dall’ospedale, si esibi’ subito e meravigliosamente, morendo quella notte.
Oggi, con l’album “ Music, Martini and Memories “, reperibile anche in rete, e’ assolutamente possibile sognare con questa musica come avveniva negli anni ‘50, e vi assicuro che ne vale la pena!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
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