Tra i picchi dell’arte del 900 troviamo, nella concitata ripresa della vita del dopoguerra, alcune poesie delicatissime e affascinanti di Jacques Prevert. Una viene messa in musica nel 1946 da Joseph Kosma, “ Les Feuilles Mortes” e fara’ parte della colonna sonora del film “ Les portes de la nuit “ ( Mentre Parigi dorme), dramma con dialoghi scritti sempre da Prevert. Il brano, intensamente romantico e malinconico, e’ un capolavoro di poesia, una poesia dalla struttura libera, priva di ogni rigidità, una delle caratteristiche del poeta francese.
Al centro della composizione c’è il ricordo e la nostalgia di un vecchio amore, ormai svanito nel tempo e rimasto solo nelle memorie del poeta. E’ un ricordo che l’autore ha ben presente e non può dimenticare (come dice lui stesso nel testo ) : l’amore passando ha lasciato il suo segno e Prevert lo invoca con i suoi versi.
Il testo, un dialogo verso l’amata, inizia con la richiesta di ricordare anche lei quel tempo in cui erano amici, un tempo nel quale la vita era più bella, nel quale il sole brillava maggiormente. Le foglie, appassite e cadute, si raggruppano nelle strade e sono un rimando al passato, mosso dal vento dei ricordi, che tornano alla mente quando si passeggia.
In tale logica e sentimento non poteva essere assente il mare, una realtà in continuo movimento, che cancella le tracce degli amanti passati sulla spiaggia, ed e’ qui che il poeta, con il rimpianto, fa acquistare forza all’intera opera.
Dal punto di vista musicale, la canzone trae origine e ispirazione da una partitura strumentale di un tema che Kosma aveva composto per un balletto, il cui refrain e’ ricalcato su un motivo destinato in origine ad essere eseguito da una voce e da un piano, intitolato Poema d’Ottobre e composto nel 1876 da Jules Massenet.
Prevert, dopo l’uscita del film, fu urtato dal fatto che la canzone/ poesia fosse rimasta ignorata, e cosi’ sarebbe rimasta per quasi quattro anni, dopo i quali avvenne l’ampia compensazione con l’interpretazione straordinaria di Ives Montand, destinata a rimanere nella storia musicale francese, rafforzata, in seconda battuta, da quella di grande intensita’ di Juliette Greco. Ives Montand scegliera’ inoltre di amputare il brano di qualche verso, rendendolo più equilibrato e cantabile.
Ma la canzone/poesia era destinata a far breccia in modo prepotente oltreoceano : gli interpreti americani se ne innamorarono, proponendola ovunque si presentasse un appuntamento, con il titolo cambiato in “ Autumn Leaves “, e i testi riscritti da Johnny Mercer. Tra le versioni più’ celebri quelle di Frank Sinatra e di Nat King Cole che per anni la misero in evidenza nei loro repertori e nelle loro registrazioni. Versioni piacevoli e magistralmente eseguite dove lo snaturamento dell’opera e’ palese, con la scomparsa della delicatissima quanto forte impronta poetica di Prevert, ma anche, semplicemente, dello spirito romantico francese che la rende cosi’ struggente. Un fastidioso inquinamento di una delle opere più’ belle di ogni tempo, tuttavia non l’unico : nel distruttivo terzo millennio qualche perverso ha ideato un mix delle versioni in tre lingue,italiano compreso, massima dimostrazione di decadenza umana e insulto all’arte.
Les Feuilles Mortes
Oh, je voudrais tant que tu te souviennes
Des jours heureux où nous étions amis
En ce temps-là la vie était plus belle
Et le soleil plus brûlant qu'aujourd'hui.
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle
Tu vois, je n'ai pas oublié
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle
Les souvenirs et les regrets aussi.
Et le vent du Nord les emporte,
Dans la nuit froide de l'oubli.
Tu vois je n'ai pas oublié,
La chanson que tu me chantais...
Les feuilles mortes se ramassent à la pelle
Les souvenirs et les regrets aussi,
Mais mon amour silencieux et fidèle
Sourit toujours et remercie la vie.
Je t'aimais tant, tu étais si jolie,
Comment veux-tu que je t'oublie?
En ce temps-là la vie était plus belle
Et le soleil plus brûlant qu'aujourd'hui.
Tu étais ma plus douce amie
Mais je n'ai que faire des regrets.
Et la chanson que tu chantais,
Toujours, toujours je l'entendrai.
C'est une chanson qui nous ressemble,
Toi tu m'aimais, moi je t'aimais
Et nous vivions, tous deux ensemble,
Toi qui m'aimais, moi qui t'aimais.
Mais la vie sépare ceux qui s'aiment,
Tout doucement, sans faire de bruit
Et la mer efface sur le sable
Les pas des amants désunis.
C'est une chanson qui nous ressemble,
Toi tu m'aimais et je t'aimais
Et nous vivions tous deux ensemble,
Toi qui m'aimais, moi qui t'aimais.
Mais la vie sépare ceux qui s'aiment,
Tout doucement, sans faire de bruit
Et la mer efface sur le sable
Les pas des amants désunis.