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DANNY BOY




 

di Ryan Perry





Non credo di esagerare definendola la ballata piu' struggente mai composta, una canzone dall'anima nostalgica irlandese, poiche' per quanto la si possa interpretare in vari modi, il suo testo, di Frederick Whetherly, parla dell'addio di una madre o di un padre nord-irlandese al figlio. Per una partenza che si può interpretare per l'esilio verso l'America, o per la guerra.
Le parole, scritte da Whetherly nel 1910, sono adattate a un motivo popolare più' antico, "Londonderry Air", un vero e proprio inno nord irlandese, la cui essenza e' in ogni caso la tristezza, la nostalgia, per un distacco.
Interpretata subito da tenori e soprano, entro' poi nel repertorio di cantanti ed orchestre di ogni estrazione, anche rock. Quell'essenza e la sua struttura musicale pero' richiedono un'interpretazione solenne quanto romantica, e quella che più' l'ha centrata e' la versione da brividi di Harry Belafonte: impossibile sottrarsi a una forte emozione nel sentire le parole di quel genitore che mai piu rivedrà il figlio, e che immagina potra' tornare solo quando verra' alla sua tomba, sottolineate dalla solennità di una musica che si perde nella notte dei tempi celtici.




 


 
   
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