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CADILLAC RECORDS




di Corrado Barbieri

Un film imprescindibile per i musicofili che vogliano rivivere il momento storico e magico in cui il blues si trasformo' da rurale ad urbano, quindi diede vita al Rock'n'Roll, al rhythm and blues, e in ultima analisi a tutto ciò che sarebbe venuto dopo. Un periodo che inizia dalla meta' degli anni '40 per durare quasi 15 anni, un tempo di inimmaginabile sentire, di emozioni e drammi umani tra i piu' intensi nella storia della musica. Un tempo che si snoda tra la comparsa di un genere musicale destinato a coinvolgere l'intera società occidentale rivoluzionandola, e il doloroso processo di emancipazione degli afro- americani.
In effetti tutto parte dal blues, che nella sua concezione musicale e' gia' apparso da mezzo secolo ed e' gia' stato elemento fondante del jazz. Un' espressione squisitamente nera destinata a imprimere alla storia della musica una potentissima svolta innovatrice.

Lo scenario e' Chicago, nei giorni in cui i bluesmen del sud si spostano al nord sulla spinta sia di alcuni intellettuali e storici come Alan Lomax, sia di imprenditori del mondo musicale alla ricerca di nuovi sound. E' qui che appaiono le straordinarie figure artistiche che il film del 2008 " Cadillac Records", di Darnell Martin, seguira' nelle loro vite turbolente e drammatiche : Muddy Waters, Little Walter, Howlin' Wolf, Chuck Berry, Etta James, e Leonard Chess, figlio di immigrati ebrei polacchi, proprietario della Chess Records, colui che seppe individuare e plasmare questi straordinari talenti, dando un impulso potente alla nuova musica, che si evolverà proprio dentro la sua casa discografica e che richiedera' un prezzo rilevante dal lato umano.
I personaggi che accompagnano la pellicola dall'inizio sino alla fine sono Leonard Chess, interpretato dall'ottimo Adrien Brody e il chitarrista blues Muddy Waters, interpretato da Jeffrey Right. E' proprio il rapporto e la collaborazione tra i due che costituisce l'asse portante della vicenda, con l' intensa passione e i sentimenti altruistici dell'imprenditore, e il talento prorompente del grande bluesman. Attorno a loro gravitano le vite e la musica degli altri artisti, pregne dei drammi e delle problematiche esistenziali e sociali che i neri americani stavano vivendo. La musica e' affascinante e spesso travolgente, eseguita da interpreti assolutamente all'altezza dei musicisti che devono rappresentare.
Di spessore e' la recitazione di Beyonce' nella parte di Etta James, che esegue cinque brani tra cui una splendida cover di " At last " .


Curato e interessante l'aspetto storiografico, che tocca vicende rilevanti quali quelle che coinvolsero Chuck Berry, il vero inventore del Rock'n'Roll, tolto improvvisamente dalla scena del suo travolgente successo da un arresto a sfondo razziale, e poi plagiato apertamente nella musica della canzone " Sweet little Sixteen" dai Beach Boys con la canzone " Surfin' USA ", e quelle della vera origine dei problemi psicologici di Etta James, nella realta' figlia illegittima rifiutata per il colore della pelle da quel Minnesota Fats, genio del biliardo, che era stato rappresentato cosi' bene da Jackie Gleason nel capolavoro " Lo spaccone" .
Attori tutti di sicuro talento, musiche eseguite ad ottimo livello, e una pregevole e necessaria ricostruzione storica per un film forse da molti sottovalutato nella scelta, ma che proietta esattamente nelle atmosfere di quell'ambiente e di quelll'affascinante periodo, procurando sensazioni intense.

 

 
   
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