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HEY ! BA - BA - RE - BOP
Per una generazione fu quasi un inno, per la successiva il seme della loro musica


 

Di Corrado Barbieri

L'impatto violento era inevitabile per quella generazione : passare dagli anni cupi del fascismo e della guerra alla liberta' di poter ascoltare come e quando si voleva la voce del jazz, con la carica accumulata di desiderio di liberta' e di vita, equivaleva a una scossa elettrica, a una sensazione inimmaginabile per chiunque fosse venuto dopo.

1946: Lionel Hampton e il suo batterista Curley Hammer compongono e incidono con l'orchestra un brano che pur nella sua semplicita' ha molte sfaccettature, riflette come in una serie di specchi l'essenza della musica afro-americana. " Hey ! Ba-ba-re-bop " e' in primo luogo a chiamata e risposta, cioè la base della musica africana. La frase non-sense e' ripetuta e può essere ripetuta ossessivamente come prevedono i canoni di quella musica. Ma ba-re-bop e' anche in quegli anni il riferimento a cio' che di piu' nuovo e rivoluzionario sta nascendo, il be-bop. Il brano e' swing/ boogie woogie, ballabile in quegli anni e tra un chorus e l'altro vi e' posto per assoli di tromba, clarino o sax , interventi al cui schema si ispireranno tra non molto gli strumenti della musica della generazione che sta subentrando, figlia del Rythm and blues, e che non si balla molto diversamente dal boogie, il Rock-n-Roll.

Non si tratta tuttavia di una novità, giacche' un anno prima Helen Humes ha cantato un Rythm and Blues titolato " Be-Baba-Leeba ", riscuotendo un buon successo. Poi, volendo retrocedere, nel 1937 il cantante di blues Jimmy Rushing, con il brano " Boogie Woogie " registro' con Count Basie qualcosa di simile, e ancora, un certo bandleader Jim Wynn a inizio anni 40 ha composto " Ee-Bobaliba". E come non bastasse, intervistato in merito, il solito enfant terrible Jerry Roll Morton disse che la frase risaliva a tempi molto anteriori...
Ma andando invece ai tempi successivi, troviamo la rivoluzionaria star del Rock-n-Roll Gene Vincent che spopola con la sua " Be-Bop-A-Lula" e l'altra star di prima grandezza Little Richard che ci sorprende con awopbopaloobop nel suo scatenato " Tutti Frutti " !

Tutto questo gira attorno a quell' urlo, e alla sua speculare risposta " Hey! ba-ba-re-bop " che fulmino' dalla voce di Lionel Hampton chi usciva indenne dalla guerra, un urlo che significava liberta', jazz, che e' poi la stessa cosa, come ci avrebbe poi ricordato Wynton Marsalis, e gli appassionati che si incontravano in quegli anni di rinascita se lo scambiavano proprio a chiamata-risposta come vuole lo schema africano.
Hampton rispolvero' quasi sempre nei suoi concerti, fino all'ultimo, quel grido, che non manco' mai di commuovere quella generazione, la prima di appassionati di jazz italiani : non dimentichiamoli, fecero tanti proseliti, siamo loro debitori in termini di entusiasmo !



 

 

 

 

 

 

 

 
   
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